domenica 15 febbraio 2009

CORE-OM e CBA-VE

Eccoci di nuovo a postare cose interessantissime sul nostro blog cognitivista costruttivista post-razionalista.
Questa volta provo a rendere pubbliche delle (si fa per dire) privatissime slide sull'efficacia nella pratica clinica. In queste slide sono riassunte anche le principali proprietà psicometriche di due test sviluppati appunto per valutare la suddetta efficacia delle terapie prodotte e somministrate direttamente nella quotidiana prassi clinica.
La domanda con la quale vi lascio e vorrei stimolare la vostra (e la mia) riflessione quanto, e in che modo, può essere utile avere questionari standardizzati per valutare l'efficacia e l'andamento delle terapie?
Giusto perchè non voglio gettare il sasso e nascondere la mano, vi dirò come la penso a tal proposito, solamente con l'intenzione di prendere un posizione assolutamente modificabile nel tempo con l'andamento di questo dibattito.
Ebbene: penso che un test possa essere utile per monitorare l'andamento della terapia, ed è bene che sia standardizzato così che anche la comunicazione scientifica e la ricerca nel campo clinico possa avvalersi di uno strumento uniformemente accettato. Tuttavia credo che occorra una riflessione su quale sia il cambiamento e su come esso avvenga. Accertato che la psicoterapia "faccia bene" (e prove in tal senso ce ne sono!), quali direzioni prende la modificazione positiva della persona? Quali variabili è bene misurare per valutare il benessere soggettivo? In quali momenti della terapia riusciamo a vedere "una svolta" misurabile? E' un processo continuo, oppure è a fasi? E questo come può essere implementato in un test? Se osserviamo che durante una terapia, mediante rilevazioni ripetute con l'uso di un test, vediamo degli aumenti di sintomi, ed una riduzione del benessere, come li valutiamo? E quale significato prende la fine della terapia? Il raggiungimento di un cut-off più basso rispetto a quando si è partiti?
Spero che i miei "deliri" possano stimolare in qualcuno lo spunto per una riflessione condivisa e co-costruita (che ci piace tanto...)