lunedì 18 maggio 2009

Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti

Spero di fare cosa gradita a chi è interessato ad approfondire il pensiero e le teorie di Guidano e Liotti segnalandovi questa panoramica sulle teorie di entrambi messe insieme molto bene e abbastanza chiaramente!
Potremmo discuterne quando tornate da Siena che ne dite?
Ciao

http://www.irpir.it/ssspcifrep/riviste/rv991/r916pace.pdf

domenica 15 febbraio 2009

CORE-OM e CBA-VE

Eccoci di nuovo a postare cose interessantissime sul nostro blog cognitivista costruttivista post-razionalista.
Questa volta provo a rendere pubbliche delle (si fa per dire) privatissime slide sull'efficacia nella pratica clinica. In queste slide sono riassunte anche le principali proprietà psicometriche di due test sviluppati appunto per valutare la suddetta efficacia delle terapie prodotte e somministrate direttamente nella quotidiana prassi clinica.
La domanda con la quale vi lascio e vorrei stimolare la vostra (e la mia) riflessione quanto, e in che modo, può essere utile avere questionari standardizzati per valutare l'efficacia e l'andamento delle terapie?
Giusto perchè non voglio gettare il sasso e nascondere la mano, vi dirò come la penso a tal proposito, solamente con l'intenzione di prendere un posizione assolutamente modificabile nel tempo con l'andamento di questo dibattito.
Ebbene: penso che un test possa essere utile per monitorare l'andamento della terapia, ed è bene che sia standardizzato così che anche la comunicazione scientifica e la ricerca nel campo clinico possa avvalersi di uno strumento uniformemente accettato. Tuttavia credo che occorra una riflessione su quale sia il cambiamento e su come esso avvenga. Accertato che la psicoterapia "faccia bene" (e prove in tal senso ce ne sono!), quali direzioni prende la modificazione positiva della persona? Quali variabili è bene misurare per valutare il benessere soggettivo? In quali momenti della terapia riusciamo a vedere "una svolta" misurabile? E' un processo continuo, oppure è a fasi? E questo come può essere implementato in un test? Se osserviamo che durante una terapia, mediante rilevazioni ripetute con l'uso di un test, vediamo degli aumenti di sintomi, ed una riduzione del benessere, come li valutiamo? E quale significato prende la fine della terapia? Il raggiungimento di un cut-off più basso rispetto a quando si è partiti?
Spero che i miei "deliri" possano stimolare in qualcuno lo spunto per una riflessione condivisa e co-costruita (che ci piace tanto...)

sabato 17 gennaio 2009

nella mente degli animali


cari amici di iopensocognitivo (da non confondersi con il molto meno blasonato iopensocongiuntivo), le vacanze sono ormai finite da un po' e quindi mi sembra giusto, dopo le abbuffate natalizie e il relax tanto meritato, ritornare a foraggiare il nostro amato cervello con nuove conoscenze e nuovi stimoli!

per quanto mi riguarda durante le vacanze ho ricevuto in prestito da un mio amico veterinario un libro di Danilo Mainardi, l'etologo ufficiale di Super Quark... il prestito è giunto dopo che io e il mio suddetto amico abbiamo discusso animatamente, durante la notte di Natale, su quanto gli animali possano essere considerati intelligenti; io ero piuttosto convinto della superiorità intellettuale dell'uomo sulle altre specie, mentre lui sosteneva che non si potesse tracciare una linea di demarcazione così netta tra l'uomo e gli altri animali.

devo dire che il mio amico mi ha fatto un grande regalo natalizio prestandomi quel libro, che si chiama "Nella mente degli animali" (Danilo Mainardi)! infatti l'autore riesce, con uno stile molto "easy" e con una grande passione, a far capire al lettore le fantastiche capacità intellettive presenti in moltissime specie animali.
Mainardi è molto bravo a spiegare come la nascita di diversi menti nei diversi animali dipenda dalle necessità evolutive , dallo spazio e dal tipo di vita che hanno dovuto affrontare.
questo libro può essere molto utile per far capire, anche a chi è scettico come lo ero io, quante e quali cose accomunino un elefante, un gatto o un corvo a un essere umano.

il libro, come dicevo, è molto agibile (unico neo la copertina, che secondo me sarebbe più appropriata a un romanzo harmony) ed è strutturato in 33 saggi, ognuno accompagnato da un disegno dell'autore; in ogni saggio Mainardi affronta i diversi aspetti dell'intelligenza e ci fa capire come essa si sia sviluppata in una direzione piuttosto che in un'altra secondo un'ottica evoluzionistica. diventa evidente, se utilizziamo quest'ottica, per quale motivo gli elefanti, che sono animali che vivono in branco (almeno per quanto riguarda le femmine), e che quindi necessitano di una "mente sociale", possano riconoscersi allo specchio e abbiano sviluppato un complesso sistema di comunicazione attraverso suoni da noi non percepibili e una grande sensibilità alle vibrazioni del terreno.
questo è solo uno degli esempi, infatti l'autore parla anche dell'intelligenza degli uccelli (in particolare pappagalli e corvi), dei vari primati, degli animali domestici, dei delfini... ognuna di queste menti è a suo modo funzionale e, soprattutto, meravigliosa, come meravigliosa è la natura che l'ha generata!
un altro esempio del fatto che ciascun talento esprima un particolare adattamento all'ambiente in cui la specie vive ci è dato da un animale con cui tutti, prima o poi ci siamo trovati ad interagire: il cane. Immaginiamo di interporre fra un cane e una gustosa ricompensa un insormontabile ostacolo. L'animale, piuttosto che aggirarlo, rimane interdetto e guarda il padrone. Tentare di interpretare l'apparentemente fallimentare comportamento che il cane mostra quando sottoposto a esperimento di detour o aggiramento (appunto quello di frapporre un ostacolo tra animale e ricompensa), prescindendo dal processo di addomesticamento da parte degli umani che questa specie ha subito, potrebbe portare all'errata conclusione che questi animali siano privi delle capacità cognitive necessarie per portare a termine con successo questo compito di "deviazione". Solo conoscendo la storia di questa specie si può invece comprendere che "qualsiasi cane, se in compagnia di gente che conosce, è abituato a ricevere indicazioni su ciò che deve fare". Esita sapendo, essendo stato selezionato geneticamente a ubbidire in caso di dubbio. Insomma, il cane ce la farebbe da solo a svolgere il compito, ma siccome ci siamo noi, preferisce affidarsi a queli che lui considera i "capi"!

consiglio davvero a tutti, ma in particolare agli amanti degli animali e agli psicologi, questo libro, che per me ha rappresentato una seconda iniziazione all'etologia dopo "L'anello di Re Salomone" di Konrad Lorenz!

p.s. ora, quando vedo un cane o qualsiasi altro animale non mi sento più tanto superiore intellettualmente a lui, quindi alla fine dei conti il mio amico veterinario l'ha avuta vinta!

mercoledì 3 dicembre 2008

un altro film???

eh sì cari cognitivi! purtroppo quando torno dal lavoro non sono molto nell'ottica di studiare, quindi mi sono buttato sui dvd e di conseguenza di questi vi posso parlare!
tra l'altro vorrei segnalare che le biblioteche di milano e anche dei paesi limitrofi hanno un grande settore video in cui si possono prendere i dvd e le videocassette GRATIS e per UNA SETTIMANA, e in più tengono anche molti titoli "decenti", alla faccia delle catene tipo fastfood che non solo ti fanno pagare, ma ti obbligano a una scelta tra l'ultimo film dei vanzina e una scamarciata qualsiasi..
ma arriviamo al dunque!
ieri sera ho visto un cartone animato stupendo! si chiama Tokyo Godfathers e parla di tre clochard (un travestito, una ragazzina scappata di casa e un ciclista) che trovano vicino alla loro baracca una neonata abbandonata e per salvarla intraprendono un'avventura che li metterà faccia a faccia con le loro storie di vita e con varie realtà umane!
non sono mai stato un amante dei manga e dell'arte giapponese in generale, ma grazie a film come questo o come Perfect Blue, Ghost in a Shell, Paprika, Tekkonkinkreet sto decisamente cambiando idea! sono cartoni con un'anima e soprattutto una sceneggiatura davvero pazzesche... in più i disegni, a differenza delle boiate del pomeriggio per bambini, sono davvero espressivi e spesso si possono confondere con immagini filmate (niente o poco digitale in stile pixar).
davvero, guardatelo e scoprite la bravura dei nuovi registi del sol levante!



p.s. recentemente ho visto anche Zatoichi di Takeshi Kitano e devo dire che Quentin Tarantino ha un emulo altrettanto bravo con gli occhi a mandorla!

domenica 23 novembre 2008

un filmetto per distrarsi un po'

bene, dato che ci sono vi consiglio anche un bel filmettino che si potrebbe tranquillamente proiettare in classe per il suo contenuto fortemente nevrotico...
è un film un po' difficile perchè è stato girato secondo i vincoli imposti da Dogma95 (è il nome di un movimento cinematografico particolare, perché creato e fondato su precise regole espresse in un manifesto pubblicato nel 1995 (da cui il nome) dal regista danese Lars von Trier. L'obiettivo, ambizioso, era quello di "purificare" il cinema dalla "cancrena" degli effetti speciali e dagli investimenti miliardari. Niente luci, nessuna scenografia, assenza di colonna sonora, rifiuto di ogni espediente al di fuori di quello della camera a mano...)
i personaggi, tutti con delle storie difficili, sono il cuore del film, e non è tanto la trama a tener banco, quanto l'esprimersi delle varie personalità all'interno di situazioni difficili.
la storia è quella di alcuni abitanti di un piccolo paesino danese che per coincidenza, ognuno spinto da un motivo diverso, si ritrovano a frequentare un corso di italiano. Tra il dramma e la commedia, il film parla di amore, morte, lavoro...



se poi vi dovesse piacere, vi consiglio anche il primo film nato da Dogma, Festen.
è un film decisamente più crudo, ma davvero "malato", qui è la psicopatologia a dominare la trama. storia di una riunione di famiglia davvero poco riuscita!



PER STOMACI FORTI!

daniel dennett

cari amici del cognitivo rieccoci, dopo mesi di latitanza, con il nostro blog di psicologia e affini!
il secondo anno è appena iniziato e cominciamo a vederci un po' più chiaro su quello che stiamo facendo e sull'orientamento teorico che ci sta offrendo la scuola.
naturalmente siamo tutti d'accordo sul fatto che l'evoluzionismo sia uno dei punti cardine di quello che stiamo imparando.
proprio a questo riguardo ho setacciato un po' la rete e ho trovato qualche filmato di uno dei più grandi esperti di scienze cognitive del mondo: daniel dennett.

in questo video l'autore di "L'Io della mente" parla delle religioni da un punto di vista evoluzionista e sostiene la forte tesi dell'insegnamento obbligatorio di TUTTE le religioni nelle scuole.
è in inglese ma piuttosto corto, uno sguardo è consigliato!

mercoledì 12 marzo 2008

Organizzazioni di significati

Per rispondere a Francesco e parlare di questo argomento così interessante vi propongo un articolo (forse non recentissimo, mi sembra 2002) dell'Istituto di Psicologia e Psicoterapia Cognitiva Post-Razionalista. Evidentemente tanti hanno pensato che sarebbe molto interessante avere uno strumento che possa darci una misurazione dell'organizzazione prevalente così la scuola di Roma lo ha messo a punto. Mi dispiace non l'ho letto e spero di poterlo fare al più presto! L'articolo è di Angelo Picardi e Gherardo Mannino e si intitola:"Le organizzazioni di significato personale: verso una validazione empirica".

www.unipv.it/webpsyco/bacheca/materiale/liccione0607_1.pdf

Vi segnalo altro materiale interessante sull'argomento:

www.rivistadipsichiatria.it/allegati/00186_2001_04/fulltext/224-233.pdf

Forse ho invertito i link. Comunque buona lettura!

martedì 11 marzo 2008

Organizzazioni di significato

Ciao a tutti, nel mio delirio sperimentalista pensando di scoprire l'acqua calda mi sono venute in mente alcune cose che a me, personalmente, piacerebbe molto approfondire.
Il libro di Reda, la lezione di Dodet e la mia nuova curiosità per le organizzazioni di significato personale hanno solleticato il mio lato sperimentalista, e mi sono chiesto: data una così bella teoria che appare molto solida dal punto di vista clinico, perchè, se non ce ne sono già in giro, non esiste un test sul tali costrutti?
E così mi sono scervellato un poco (una grande fatica se due neuroni si devono scontrare in modo casuale) ed ho partorito questa idea: perchè non ce ne costruiamo uno? Perchè non lo testiamo, così da provare la teoria (che mi sembra molto solida)? Se esiste il Rorschach, perchè non deve esistere un Test cognitivo delle organizzazioni di significato personale?
Allora, sempre all'interno del mio delirio, pensavo a frasi che tentassero di individuare le modulazioni emotive caratteristiche delle diverse organizzazioni a cui i soggetti rispondessero sul modello delle scale Likert (1-7, assolutamente mi descrive/non mi descrive per nulla).
Tutto ciò, ritengo, andrebbe testato tanto su persone NON in terapia, quanto su persone in terapia, e poi, almeno nel secondo caso, il risultato dovrebbe essere confrontato col giudizio dato dal terapeuta.
Io penso, ma capisco che sia una idea dettata dalla mia ignoranza profonda, perciò invito tutti a correggermi, che, nonostante il fatto che il nostro stile nell'interfacciarci con il mondo esterno ed interno sia unico per ognuno di noi, esistano aree (diverse per ciascuno) nelle quali il nostro modo di conoscenza sia "dappico", "fobico", "depressivo" o "ossessivo". Cioè la nostra modulazione emotiva sia "area-specifica" a seconda del significato che noi abbiamo dato a quell'aspetto, a quella fetta di mondo. Forse è questa la base delle organizzazioni miste? Non saprei; ma sono tutte mie curiosità che ho voglia di condividere con voi, anche per avere dritte, idee, critiche e correzioni, per attivare, insomma, una discussione anche su questo tema.
Alla prossima lezione!

mercoledì 27 febbraio 2008

Sempre arte e psicosi

Potete trovare tuto quello che dicevo precedentemente a questo indirizzo:
www.tomasobaj.it/racconti/racc-come.htm

L'arte delle psicosi, le psicosi nell'arte

Sono molto contenta di potervi far conoscere una forma di arte che ho incontrato nel mio lavoro e che mi ha sconvolto per la genialità. Premessa: il sito che vi segnalo è di un paziente (ormai non più paziente) che è stato in cura qualche anno per una psicosi paranoide brillantemente superata attraverso l'arte! Tutto il suo sito è molto carino ricco di varie forme di arte ma io voglio farvi leggere uno scritto che un pò ci riguarda perchè parla del suo rapporto con lo psicoterapeuta!
Buona lettura!